venerdì 19 ottobre 2007

Torino 2007 fallimento o no?


Tengo subito a precisare che mi prendo in prima persona tutte le colpe del caso, nate dall'inesperienza e dall'esaltazione di far vivere ad un amico una meravigliosa avventura.
Devo dire la verita' , il giorno che Fabrizio (amico/collega) mi ha confessato di volersi "regalare" una maratona per i suoi 40 anni mi sono sentito un pochino orgoglioso di me stesso, di essere finalmente riuscito a trasmettere a qualcuno il piacere e la gioia di correre regolarmente.
Per la prima volta potevo assistere dall'esterno a quello che mi era successo non piu' di 18 mesi prima ad Alessandria. Ho fatto sport da sempre ,calcio per 20 anni , sci , bici e MTB ma tagliare il traguardo di una maratona non ha paragoni con nient'altro a livello sportivo.
La Maratona di Torino il 15 aprile era nel posto giusto al momento giusto. Partenza e subito errore : 4' e 30" non e` il passo giusto per Fabri , troppo veloce ma io non me ne rendevo conto esaltato dalla giornata e dalle buone sensazioni di corsa. Al 21esimo la situazione inizia a precipitare , Fabry inizia ad accusare il ritmo per lui insostenibile ed io faccio finta di nulla attribuendo la cosa solamente ad una "stanchezza mentale" figlia di una corsa lunga mai provata prima e insisto per continuare cosi . La realta' e' che invece di aiutarlo sono riuscito a fargli correre quasi 20 km da solo e scoppiato fisicamente e mentalmente al traguardo in quasi 4 ore.
Questo fallimento e' stato comunque una esperienza per tutti e due. Peccato per la mia cocciutaggine nel pensare che siamo tutti uguali. Da oggi Fabri avra' imparato solo ad ascoltare il suo corpo e nient'altro, gli stimoli per arrivare in fondo arrivano da dentro e non da fuori.

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