Amici del blog vi lascio allo splendido racconto di Fabrizio autore di un trail emozionante e unico atleta della Podistica ad aver avuto il coraggio e la forza di affrontare i 70 km di una corsa senza fine.
BRAVO FABRY.
E’ un mese ormai che tutte le sere quando torno a casa guardo I monti di Arenzano e cerco di capire dove saro’ a quell’ora sabato 25 ottobre…..
Questa volta forse ho esagerato. L’iscrizione al Gran Trail Rensen era pero’ obbligatoria per uno come me che vive alle pendice del Rama e che da anni vagabonda per sentieri , ruscelli e boschi alla ricerca di tranquillita’ e pace. E cosi’ proviamo questa nuova avventura, 70Km 4000m di dislivello in 20 ore di tempo massimo.

Da un po’ di tempo ho tralasciato la corsa su strada per fare lunghe passeggiate nei monti e corse brevi che pero’ comprendessero salite e discese. Mi son ritrovato alcune volte ad uscire di casa alle 4.00 del mattino con luce frontale, tanto sonno e un po’ di imbarazzo nel trovarmi di fronte a qualcuno che mi potesse dire “und’u va quellu nesciu li’….”. Ho provato le condizioni meteo che spero di non trovare, caldo in basso e pioggia e vento in alto, purtroppo il giorno della gara le condizioni saranno proprio quelle, se non peggio. Qualcosa sara’, al limite mi fermero’.
Eccoci qui , ore 2.30 sveglia , passaggio in bagno e colazione abbondante per quanto possibile a quest’ora. Ieri mi son caricato guardando i filmati del giro del Bianco e ora parto per Ren Sen. La giornata e’ nuvolosa e ventosa e la temperatura e’ di circa 17gradi . Opto per vestiario leggero , pensando al fatto che nello zaino ho tutto il materiale obbligatorio per bivaccare in quota. Prima della partenza incorntro Olmo e la mitica moglie e lo prendo come un segno favorevole della lunga giornata che sta per cominciare. Arrivo 20minuti prima in zona partenza e trovo gia’ gente molto sveglia, tra cui la coppia argentina che fa riscaldamento ….
Finalmente arrivo il mioo socio di avventure , Fabio , che insieme ad Excalibur (Paolo) hanno dormito (per modo di dire) nella palestra messa a disposizione dal comune.
Arriva l’ora di partenza , e senza fare troppo casino, Riccardo Ridolfi e Lorenzo “Lillo” Piccardo danno il via. Riusciamo a schivare la compagnia di uno che parla in continuo e che sinceramente non ho voglia di stare a sentire , sono troppo concentrato per stare a sentire le mille storie che ha da raccontare (chissa’ se tutte vere).
Rimango stupito nel vedere come la maggior parte della gente parte in tromba sotto i 5’/Km , io saro’ sui 6’30” , anche perche’ non ho nessuna intenzione di scoppiarmi subito. E poi oggi di correre se ne parlera’ dopo il cinquantesimo chilometro, se ci arrivero’….
Dopo circa 3Km finisce la parte pianeggiante e si comincia a salire , ed ad andare a passa. Siamo nelle retrovie e poche lucine si vedono dietro di noi.
Alle 5.15 passiamo da una Sciarborasca dormiente e silenziosa, solo i cani abbaiano e tifano per noi. Passiamo le ultime case ed inizia lo sterrato che dopo poco diventa sentiero. C’e’ vento forte ma si sta abbastanza bene. Dopo circa un’ora di cammino , durante la quale abbiamo superato una decina di persone gia’ irrimediabilmente stanche, comincia a scendere un po’ di pioggerellina e la nebbia rende il paesaggio ancora piu’ cupo. Giunti alla fine della salita, non si vede nulla oltre i 20metri, piove e fa freddo. Con molta fatica riesco ad infilarmi il K-way , col braccio destro intorpidito non riesco a tirare su la cerniera, fortunatamente mi aiuta una volontaria che mi offre anche un bel po’ di the caldo. Mi obbligo anche a mangiare una barretta per prevenire future crisi di fame.
Ripartiamo . Piove a dirotto ed a malapena si distinguono le pozzanghere. Il povero Fabio non vede un tubo, gli occhiali da vista si appannano ed e’ costretto a camminare in mezzo ad altri concorrenti seguendo le loro luci. Io allungo un po’ . piu’ che altro per passare il pezzo freddo e piovoso, confidando che dopo il Rama le condizioni meteo saranno un po’ piu’ “calde”. Purtroppo ritrovero’ Fabio solo all’arrivo, a causa di una distorsione al ginocchio che lo costringera’ al ritiro dopo circa 40Km.
Il tratto fino alla cima del Rama (1148m) e’ visibile grazie alle luci arancioni sistemate dai mitici volontari che presidiano questo tratto.

Dopo inizia la discesa attrezzata ottimamente con corde fisse, anche perche’ altrimenti finiamo in un attimo tutti a Lerca….

Conoscendo il sentiero , chiedo strada ad alcuni concorrenti che procedono molto lentamente e dopo poco comincia a rischiarare. Con la luce naturale si va decisamente meglio , supero alcune persone , a mio parere gia’ stanche per il troppo correre alla partenza, ed in breve sono sull’asfalto di Lerca. Mangio nuovamente e bevo molto , allegerendomi in vista della prossima temuta salita dell’Argentea. Supero il ristroro di Campo senza fermarmi, c’e’ solo acqua che poi trovero’ anche piu’ avanti lungo il sentiero. Faccio due parole col mitico Chiossone di Arenzano , ex atleta dei tempi d’oro che aveva le gambe molto piu’ buone delle mie (…aveva!).
Mi concentro sulla salita , per non stancarmi troppo e non andare fuori fiato. Un tratto lo faccio insieme ad un concorrente Ascolano che pero’ dopo poco mi lascia, ma ci ritroveremo piu’ avanti. Arriviamo nuovamente in zona nebbia, dopo due bicchieri di The al Rifugio Leveasso , affrontiamo l’ultimo tratto della salita dell’Argentea. E’ la salita piu’ dura, 200m da percorrere con mani e piedi. Mi sento bene e non vedo l’ora di passarlo per pensare a ristorarmi alla Gava. Va tutto bene, passiamo il Rifugio Argentea insieme ad un concorrente di Varese col quale condividero’ gran parte del resto della gara.
Durante il tratto in falsopiano in discesa fino alla Gava , mangio , bevo e telefono a casa per sincerare la moglie che sta andando tutto bene. Superiamo altri corridori forti del primo mattino e veniamo superati dai secondi della gara corta, i primi sono gia’ andati!!!
Giunti alla Gava, mangio poco e mi fermo poco, preferisco mangiare quello che ho con me cosi’ da ridurre il peso dello zaino.
Chiedo notizie sulla posizione , sono intorno alla 70, ottimo al controllo precente ero intorno alla 100.
Salgo con cautela al Reixa, cautela di non prendere freddo alla pancia, il ritmo e’ sempre lo stesso costante intorno ai 600m di dislivello all’ora. Passiamo di slancio la cima piu’ alta di oggi (1183m) , anche perche’ il vento e la nebbia non permettono di vedere oltre i 20metri, peccato perche’ da cui si potrebbe vedere tutta la Liguria. Arriviamo al passo del Faiallo intorno a mezzogiorno, sono 8 ore che cammin/corriamo e mi sento sempre bene. Dopo il giro intorno al Bric del Dente comincia una lunga discesa un po’ pericolosa nel primo tratto molto stretto, se sbagli vai in fondo al canalone. Mi finisco di mangiare il parmigiano ed una barretta e quando la discesa si allarga un po’ , comincio a correre senza indugi. So che il mio amico Graziano mi aspetta a Fiorino fino alle 14.00 e devo arrivare in tempo per farmi rincuorare e perche’ sento il bisogno di fare due parole con una persona amica e ottimo consigliere su come andare avanti. Corro e supero 4 o 5 persone , tra cui il ragazzo di Ascoli ed una ragazza in grosse difficolta’.
Arrivo sull’asfalto e vedo Graziano con il suo misero ristoro. Mi fermo qualche minuto a bere ed a riempirmi la borraccia

Al momento sono in posizione 67 . Mi racconta dei mitici passaggi di Barnes ed Olmo e della Oliveri . Dopo poco riparto , non riesco a stare fermo piu’ di tanto, mi sento bene ed ho voglia di arrivare il piu’ presto possibile.
Inizia l’ultima salita lunga , che affronto insieme all’ascolano ed al varesotto, coi quali mi trovo bene anche se loro vanno piu’ forti in salita , ed io in discesa. Parlottiamo e saliamo , raggiungiamo altri concorrenti che a stento ci danno il passo , sembrano quasi infastiditi di essere stati raggiunti, la prossima volta partiranno piu’ piano.
Arriviamo al rio Malanotte dopo circa un’ora e mezza e nel breve tratto che ci riporta alla Gava io allungo deciso . Arrivo al ristoro e mangio salame e pizza condito da una bibita energetica , che pero’ faccio fatica a mandare giu’ , meglio la sana acqua naturale.
Riparto perche’ voglio togliermi la cima della Tardia, 250m di dislivello abbastanza ripidi . Passo anche questo, sono le 16.00 circa e ri telefono a casa dicendo a mia moglie che spero di arrivare prima che faccia buio. Lei mi dice che ormaii sono arrivato ma io temo il lungo traverso del rifugio Scarpegin, mancano ancora circa 10Km e mentalmente sono molto duri perche’ vedi Arenzano li sotto ed il sentiero ti porta fin sopra Vesima.
Continuiamo , mi rendo conto dell’inutilita’ del GPS che non ho mai guardato in tutta la giornata, probabilmente perche’ non contano i tempi al chilometro ma conta solo camminare e soprattutto arrivare in fondo. Passo Scarpegin e tutti i valloncelli che trovo fino a che il sentiero piega decisamente su Arenzano. Arrivo su una stradina sterrata dove un volontario mi dice che mancano circa 2.5Km ed e’ tutta strada. Mollo tutto, corro come non mai, penso che dovrei essere intorno alle 14 ore, contro le piu’ rosee previsioni della vigilia. Arrivo in mezzo ad Arenzano dove trovo un po’ di gente che applaude e mi incita (finalmente). Arrivo giusto in tempo per le premiazioni, tutti sono distratti e nessuno mi vede , compresi i fotografi ufficiali. Ritrovo il povero Fabio, Excalibur, Graziano e Sandro compagni della mia nuova societa’ alla quale mi sento orgoglioso di appartenere.
Dopo doccia ed un’ottima birra media, torno sul traguardo e scopro di essere in posizione 56 (su 140 partenti) col tempo bellissimo di 13h46’11”.
La cosa piu’ bella e che non sono per niente scoppiato.